venerdì 8 marzo 2019

Quando ci si sente svedesi dentro




Buongiorno Signore,
Da qualche mese sono approdata su Instagram, sdoganando la mia "avversione social” e permettendomi cosi’ di restare aggiornata su tutte le mie passioni e i miei interessi (che avrete capito ormai aumentano di anno in anno). Devo dire che ne è valsa la pena.

Tra le tante donne (soprattutto) che ho cominciato a seguire c’e’ Sara, con il suo piccolo shop online IDE’ di complementi e deco di stile nordico, la quale e’ innanzitutto una mamma&co che vive in Svezia da qualche anno, dopo essersi trasferita lì da Milano per dare una “second chance” (come dice lei) alla sua famiglia e alla sua vita.
Grazie ai suoi video e ai sui post ho concettualizzato, categorizzato e inquadrato meglio alcuni aspetti fondanti e centrali della mia vita personale e famigliare, che più o meno inconsciamente avevo già fatto miei attuandoli nella realtà di tutti i giorni, realizzando inoltre con piacevole sorpresa come gli stessi siano tradizionalmente e culturalmente abbracciati in pieno dalla cultura svedese!
Questa assonanza mi ha particolarmente colpito e appassionata perché più seguivo Sara e più mi rendevo consapevole di come ogni tematica che pian piano veniva sviscerata era un’argomento che avevo già a cuoreda tempo, perché stava arricchendo la mia vita, e mi sorprendeva piacevolmente ritrovarlo un cardine di quel lifestyle svedese verso cui spesso ho guardato e verso cui mi sono sentita attratta senza però capire bene il perchè.
Primo fra tutti c’è il concetto di Lugn, interconnesso a quello di Lagom e simile per certi versi sia al termine inglese Slow che a quello danese di Hygge. Può essere in maniera semplificata tradotto come calma ma presenta in se molte sfaccettature e, senz’altro, non è da confondere con il termine lentezza soprattutto se, come spesso succede da noi, viene considerato nella sua accezione “negativa”. La calma di cui si parla qui ha a che fare con il “rispetto”, con il prestare la giusta attenzione a ciò che si fa e a come si si fa.
Da ciò deriva un altro concetto, quello del En sak i taget, ovvero del fare una cosa alla volta, dedicandoci a quello che stiamo facendo con amore, senza fretta, con i giusti tempi (concetto estremamente mindfulness, ma su quest'ultima parlerò a breve, sto appunto aspettando il momento giusto). Si attribuisce cosi’ valore e significato a quella fase di pianificazione e programmazione cosi’ importante quanto necessaria per mantenersi sereni (lugn) ed evitare il più possibile lo stress degli imprevisti. Se leggete questo blog credo sia inutile sottolineare l’importanza che mi avete visto attribuire alle liste ed ai planner.
A tal proposito in Svezia, ci dice sempre Sara, si usa fare il Repris, il nostro "bis", ma non in termini culinari bensì nel fare più volte la stessa cosa nel medesimo modo, come per esempio andare due o tre volte sempre nello stesso locale per un caffe’ senza sentire la necessità della novità, vissuta a volte invece come altra forma di stress. Io non potrei essere più d’accordo, sono o non sono un amante del conforto dato da routine che scandisce in maniera anche abitudinaria e ripetitiva le mie giornate?
E quando inevitabilmente accade anche che l’ansia ci viene a trovare? A i si mo gen, dobbiamo avere “il ghiaccio nella pancia”, sangue freddo e pazienza aspettando il tempo e il momento giusto di fare o di affrontare le cose, le situazioni (ecco tornare la mia tanto cara Mindfulness), senza rincorrere o soccombere le situazioni, gli eventi.
Ecco che arriviamo al “ prenderci cura”, Ta hand om, l’avere cura della cose, come abbiamo appena visto, ma anche di noi stesse, della nostra famiglia e dell’ambiente in cui viviamo, ovvero la nostra casa, e anche su questo punto non credo sia necessario che io mi soffermi a spiegare l’importanza e il valore dò alla cura per se (vedere la sezione bell’essere in questo blog), alla nostra famiglia in quanto mamme e mogli e alla nostra "home sweet home", come la chiamo io.
Sulla tema della cura per la nostra casa scrivo le ultime righe di questo post, sottolineandovi come, per gli svedesi la casa deve essere Misit (non so se è scritta in maniera corretta, perdonatemi!), in inglese lo tradurremo "cosy", in italiano "coccoloso". Io lo traduco confortevole, perché così mi piace definire lo stile e il mood della mia casa, una comfort home… Ma su questo questo argomento ritornerò, promesso.
Vi ho un pò incuriosite?
Un abbraccio a tutte/i.


Nessun commento:

Posta un commento